La Villa dei Papiri venne scoperta per caso, quando nell'aprile del 1750 si diede il via allo scavo di un pozzo ad Ercolano. Si tratta di una delle più importanti residenze romane per sfarzo ed eleganza, esplorata per volere del Re Carlo di Borbone, collocata a 30 metri sotto la città moderna.
G. Gigante, Ercolano. Pozzo (Napoli, Collezione privata) |
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Le scoperte hanno restituito dopo duemila anni una ricca biblioteca di papiri con testi greci e latini. Una costruzione splendida, a picco sul mare, articolata in diversi piani, dalla quale si ammiravano le isole e il Golfo di Napoli e che si estendeva per una lunghezza pari a 250 metri.
La biblioteca custodiva all'incirca 1800 rotoli di papiri carbonizzati che generarono una speciale attrazione per studiosi e dotti che fondarono l'Officina dei Papiri Ercolanesi, una officina libraria che si avvalse della collaborazione di interpreti, svolgitori, lettori, disegnatori ed incisori. La maggior parte dei papiri srotolati fino ad ora è scritta in greco e contengono trattati di filosofia epicurea, in gran parte del suo esponente Filodemo da Gadara, per cui si è supposto che la villa appartenesse a Lucio Calpurnio Pisone Cesonino, amico e protettore del filosofo e suocero di Giulio Cesare.
La storia che non tutti conoscono proviene dagli Stati Uniti, perchè in America c'è un pò di Ercolano e della sua storia millenaria. Nel 1968 il magnate del petrolio J. Paul Getty decise di realizzare una sede per il suo museo, il Getty Museum. La Villa dei Papiri fu così ricostruita dal famoso architetto Richard Meier sulla collina di Santa Monica, di fronte al Pacifico seguendo i dettami dell'archeologo Norman Neuerburg.
Ecco come si presenta oggi il Getty Museum...